È importante adottare alcune misure generali, in particolare reintegrare i liquidi e mantenere una nutrizione adeguata, modificando la dieta in base alle necessità ed alla eventuale presenza di inappetenza, nausea e vomito.
La terapia farmacologica sintomatica può rappresentare un beneficio per pazienti con sintomatologia significativa.
Terapia reidratante:
Come riportato nel precedente articolo, la diarrea può causare disidratazione e le sue complicanze possono essere anche severe. La reidratazione costituisce quindi il cardine della gestione della malattia diarroica e deve avvenire preferibilmente per via orale. Nei casi di maggiore disidratazione devono essere assunte le “soluzioni orali di reidratazione” (ORS) contenenti acqua, sale e zucchero, mentre se la disidratazione è di modesta entità il fabbisogno di liquidi e sali può essere soddisfatto assumendo succhi di frutta diluiti e bevande analcoliche aromatizzate insieme a cracker salati, brodi o zuppe. Le bibite commerciali reidratanti vanno assunte per il ripristino dei sali solo se non è presente disidratazione.
In tutti i casi in cui può essere utilizzata la somministrazione orale, le ORS sono da preferire all'idratazione endovenosa, essendo particolarmente efficaci perché, grazie al mantenimento dell'assorbimento intestinale del glucosio tramite il co-trasporto sodio-glucosio, supportano l’assorbimento dell'acqua dal lume intestinale.
La valutazione dell’entità della reidratazione può essere molto più accurata se si dispone di valori non troppo datati del peso e della pressione. È una buona norma monitorare tanto il peso corporeo che la pressione arteriosa, anche soltanto ogni 3-4 mesi, così da correggere tempestivamente incrementi ponderali e pressorii (in molti casi è sufficiente aumentare l’attività fisica e ridurre l’apporto calorico).
La registrazione di questi valori nella piattaforma “micurobene” consente di verificarne l’andamento nel tempo e, in caso di diarrea, permetterà una valutazione in maniera indiretta dell’entità dei liquidi persi e quindi del tipo di reidratazione da avviare.
Si tratta di misurazioni che possono essere effettuate in modo autonomo grazie a dispositivi medici come lo sfigmomanometro AirBP o la bilancia impedenzometrica Omron che possono essere collegati direttamente a delle App e presto anche all’App “mi curo bene lite”.
Terapia Antibiotica Empirica:
La decisione di iniziare la terapia antibiotica richiede valutazioni approfondite. Gli antibiotici non sono indicati nella maggior parte dei casi essendo la diarrea acuta una patologia autolimitante. Tuttavia, il trattamento antibiotico può essere appropriato in alcune situazioni specifiche, come malattia grave, se presenti segni di diarrea infiammatoria o di infezione batterica invasiva e nelle situazioni in cui il paziente è ad alto rischio
D'altra parte, la terapia antibiotica va generalmente evitata nei pazienti con diarrea non emorragica, poiché i benefici potenziali spesso non superano gli svantaggi legati all'uso degli antibiotici.
La scelta dell'antibiotico dipende quadro clinico.
Se nella diarrea non sono visibili muchi o sangue ed è presente febbre possono essere prescritti fluorochinoloni o azitromicina in singola dose di 1 g. In caso di sospetta resistenza ai fluorochinoloni o di diarrea mucosanguinolenta è consigliata una terapia con azitromicina alla posologia di 500 mg una volta al giorno per tre giorni.
Il trattamento antibiotico empirico può essere giustificato anche in situazioni specifiche, come la presenza di diarrea dopo terapia
antibiotica recente, potenziale esposizione a Listeria monocytogenes in corso di gravidanza, o nel caso di sospetto di shigellosi con rischio di farmaco resistenza.
Terapia Sintomatica:
Nel caso di evacuazioni eccessivamente frequenti, se non è presente febbre e non vi sono tracce di muco o di sangue nelle feci è possibile assumere con cautela la loperamide. La dose iniziale è di due compresse (4 mg) seguite da 2 mg dopo ogni evacuazione non formata, per massimo 2 giorni, per un massimo di 16 mg/giorno.
I farmaci come la loperamide che agiscono riducendo la motilità intestinale, se sono presenti nei pazienti febbre, feci sanguinolente o mucose, possono essere assunti solo iniziando contestualmente una terapia antibiotica perché potrebbero prolungare o aggravare l’infezione in atto o portare ad un aggravamento.
In questi pazienti, il salicilato di bismuto (30 ml o due compresse ogni 30 minuti per otto dosi) è un'alternativa accettabile, sebbene sia leggermente meno efficace e vi sia il potenziale di tossicità da salicilato (specialmente in coloro che assumono aspirina per qualsiasi motivo e nelle donne in gravidanza).
Modifiche dietetiche:
Non ci sono studi controllati che abbiano dimostrato che, a parte l’idratazione, diete specifiche forniscano un beneficio nel ridurre i tempi di risoluzione della sintomatologia. Tuttavia, è importante per facilitare il rinnovo delle cellule dell’intestino che, durante un episodio di diarrea acuta, l’apporto alimentare sia adeguato. In caso di inappetenza o di nausea e vomito, è possibile per un breve periodo alimentarsi con una dieta esclusivamente liquida senza rischi per la salute. Nei pazienti con diarrea acquosa sono indicati amidi e cereali bolliti (ad esempio, patate, tagliatelle, riso, grano e avena) con sale; sono permessi anche crackers, banane, zuppe e verdure bollite, mentre gli alimenti con elevato contenuto di grassi dovrebbero essere evitati fino a quando la funzione intestinale non torna alla normalità.
A seguito di enteriti infettive è comune un malassorbimento secondario del lattosio, che può protrarsi per settimane o mesi e che rende difficili da digerire il latte ed i prodotti derivati (tranne lo yogurt).
È quindi ragionevole evitare, per qualche tempo, gli alimenti contenenti lattosio.
Non è mai stata dimostrata l’utilità dei probiotici negli adulti con gastroenterite infettiva.
Conclusioni:
Concludendo, la diarrea acuta nell’adulto si risolve spontaneamente nella gran parte dei casi. È importante, sin dalla sua insorgenza, che si beva in modo da recuperare la perdita di liquidi che si verifica con la diarrea.
Se la diarrea si prolunga e si registra un calo del peso o una riduzione della pressione arteriosa è necessario rivolgersi al proprio medico perché la gestione della diarrea acuta richiede un approccio personalizzato, ponendo molta attenzione ad evitare l’insorgenza di disidratazione o, nel caso si fosse verificata, trattandola prontamente in modo adeguato. In questo caso sarà il medico a decidere di utilizzare o meno una terapia antibiotica bilanciando attentamente i rischi e i benefici della stessa.
La reintegrazione dei fluidi e la scelta oculata degli antibiotici sono fondamentali per garantire una pronta guarigione e prevenire complicanze.